Micidiale uragano provoca seri danni alle piantagioni di caffè in Honduras e Nicaragua

Il danno stimato per l’economia nicaraguense è di 742,7 milioni di dollari, il 6,2% del PIL nazionale

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L’uragano Iota si annovera come secondo uragano più devastante che ha colpito l’America Centrale nelle ultime settimane. Il primo è stato l’uragano Eta (categoria 4) del 3 novembre 2020, causando frane e inondazioni che hanno sfollato migliaia di persone e causato numerosi morti e dispersi. Sono considerevoli i danni alle comunità dei coltivatori.

Honduras

In Honduras, secondo una prima valutazione del CONCAFE (il Consiglio nazionale del caffè honduregno), il passaggio degli uragani Eta e Iota ha colpito il 60% dei comuni produttori di caffè e 14 dei 15 dipartimenti, annientando completamente circa 3.409 ettari e parzialmente 4.144 ettari di coltivazioni. Si stima che, nei territori disastrati dall’impatto, la perdita della produzione sia pari all’1,5%, mentre in quelli parzialmente colpiti è a rischio il 3% del raccolto.

La valutazione ha rilevato che c’è un alto rischio che il prodotto non raggiunga i centri di lavorazione e di esportazione a causa di gravi danni alle strade e alle infrastrutture. Trattasi di frane, blocchi stradali, ponti danneggiati o attraversamenti fluviali crollati. Secondo le previsioni, il caffè esportabile attinente al raccolto del 2020/21 subirà una flessione del 3%, pari a 200.000 sacchi da 60 kg. Da non sottovalutare il rischio che si verifichino ulteriori frane, alla luce del fatto che le piogge continuano battenti, causando una saturazione d’acqua nel terreno.

Nicaragua

Tre milioni di persone in 56 comuni, quasi la metà della popolazione, sono state colpite dai cicloni. Secondo un primo rapporto delle autorità nicaraguensi il danno totale all’economia ammonta a circa 742,7 milioni di dollari, il 6,2% del PIL nazionale. Le zone di coltivazione più devastate sono state le province di Jinotega, Matagalpa, Boaco, Estelí, Madriz e Nueva Segovia, che coprono un’area di 23.337 chilometri quadrati.

Mentre l’impatto totale sulla raccolta del caffè in Nicaragua è ancora in fase di valutazione, i rapporti ufficiali stimano che sono stati danneggiati 3.407 ettari di coltivazioni. Forti piogge, frane e inondazioni hanno influenzato notevolmente le piantagioni e le rispettive infrastrutture. Nonostante ciò i piccoli coltivatori, migliaia dei quali hanno perso o hanno visto le loro case completamente sinistrate, si sono uniti agli sforzi del paese per salvare il salvabile, liberando le strade dai detriti e dimostrando un’inaspettata resilienza.

Secondo i dati dell’ ICO, nel pianeta caffè, Honduras e Nicaragua insieme hanno rappresentato il 7,4% delle esportazioni mondiali nel 2019 (l’Honduras con il 5,14% e il Nicaragua con il 2,24%). Le principali destinazioni per entrambi i paesi sono Stati Uniti, Germania, Belgio e Italia.